Trascrizione per
coro, soli, pianoforte, viola e contrabbasso
Coro Troubar Clair
Baritono solista: Riccardo Ristori / Valerio Garzo / Andrea Lanzola
Voce bianca solista: Jennifer Ciurez / Chiara Falchi
Pianoforte: Cristina Orvieto
Viola e Violino: Fabrizio Ragazzi
Contrabbasso: Fabrizio Bruzzone
Direttore: David Winton
Tra il 2012 e il 2013, il coro Troubar Clair si è dedicato allo studio e all’approfondimento del Requiem di Gabriel Fauré e del Cantique di Jean Racine del medesimo autore, con la Direzione Artistica del M° David Winton, del Collegium Musicum di Bologna.
Oltre a diverse esecuzioni nel Ponente Ligure, il coro Troubar Clair ha avuto l’onore di eseguire questo programma nell’Auditorium del Conservatorio di Coimbra (Portogallo): nel marzo 2013, infatti è stato invitato dal Coro Sinfonico Inés De Castro come unico coro straniero per la Rassegna “Ciclo de Requiem”.
Nel settembre dello stesso anno, il coro ha avuto l’occasione di eseguirla a Sanremo insieme all’Orchestra Sinfonica di Sanremo diretta per l’occasione dal M° Maurizio Dones.
Il 20 marzo 2016, il Coro Troubar Clair e la Giovane Orchestra della Riviera dei Fiori Note Libere hanno eseguito il Requiem nella chiesa di Santo Stefano a Sanremo.
Quando si pensa al Requiem ci si predispone ad una musica di sofferenza, carica di un pathos lacerante fatto di dolore e al tempo stesso di solennità. Non è così per il requiem del grande musicista francese che, pur rispettando la scansione tradizionale, concepisce un’opera non convenzionale.
A partire dall’Introitus l’atmosfera è intimistica, densa di dolcezza, delicatezza e speranza pur alternata a toni più dolorosi che non prendono mai però il sopravvento.
Al centro dell’opera, affidato a una voce bianca, il Pie Jesu che Saint Saëns (maestro di Fauré) definiva “l’unico Pie Jesu”.
In sostituzione delle terrifiche immagini del Dies Irae Fauré conclude con il delicato In Paradisum, visione celeste del coro degli angeli che accolgono l’anima del defunto.
Il Requiem non fu composto in memoria di una persona in particolare ma, come disse lo stesso Fauré, ‘solo per il piacere di farlo’. Fu eseguito per la prima volta nel 1888 in occasione dei funerali di un architetto francese e accompagnò il grande compositore nel suo ultimo viaggio nel 1924.